Il 16 ottobre 2024, a Roma, sono stati presentati i risultati dello studio “Decarbonizzazione dei consumi termici residenziali” in occasione del Convegno “La sfida della decarbonizzazione dei consumi residenziali”, tenutosi presso Sala del Refettorio della Camera dei Deputati e contemporaneamente in diretta streaming.
L’efficacia delle caldaie a condensazione
Lo studio, commissionato da Proxigas, Assogas, Federchimica-Assogasliquidi, Assotermica e Utilitalia, condotto da BIP Consulting, ha concluso che le caldaie a condensazione rappresentano la tecnologia più efficiente e sostenibile per ridurre le emissioni legate al riscaldamento domestico in Italia, soprattutto se abbinate all’utilizzo di biometano, bio GPL e gas rinnovabili.
Le caldaie a condensazione emergono dunque come la soluzione più conveniente per la maggior parte delle abitazioni italiane, caratterizzate da un’alta incidenza di edifici costruiti prima degli anni ’80 e da un’infrastruttura residenziale non sempre adatta a tecnologie più avanzate come le pompe di calore.
Il contesto abitativo italiano
Lo studio parte dagli obiettivi stabiliti dalla Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) dell’Unione Europea, che punta a ridurre il consumo energetico degli edifici residenziali. In Italia, oltre il 70% del patrimonio edilizio è stato costruito prima degli anni ’80, con una buona parte delle abitazioni classificate nelle classi energetiche F e G. Questi edifici sono spesso situati in aree climatiche fredde e molti di essi non dispongono di giardini o spazi esterni che permetterebbero l’installazione di soluzioni più ingombranti o complesse.
Un altro fattore cruciale è che il 60% degli appartamenti italiani utilizza sistemi di riscaldamento autonomo, limitando ulteriormente le possibilità di transizione verso tecnologie come le pompe di calore, che richiedono spazi esterni per l’installazione.
Costi di transizione e ostacoli economici
Lo studio stima che il costo totale per adeguare il patrimonio edilizio italiano agli standard energetici richiesti potrebbe variare tra 160 e 480 miliardi di euro. Questi costi rappresentano un grande ostacolo per molte famiglie italiane, dato che il 70% di esse ha un reddito netto annuo inferiore a 40.000 euro, rendendo proibitivo l’acquisto di pompe di calore elettriche, che hanno un costo di installazione di circa 10.000 euro.
Inoltre, più del 30% della popolazione italiana ha oltre 60 anni, e gran parte degli immobili senza mutuo appartiene proprio agli over 65. Questo dato sottolinea come la propensione e la capacità di effettuare interventi di efficientamento energetico possano essere limitate non solo da fattori economici, ma anche da una mancanza di interesse da parte dei proprietari più anziani.
Limitazioni delle pompe di calore
Sebbene le pompe di calore siano una soluzione promettente per migliorare l’efficienza energetica, lo studio rileva che l’installazione di tali sistemi nel contesto abitativo italiano presenta molte difficoltà. Oltre ai costi iniziali elevati e alla mancanza di spazi esterni, l’adeguamento dei sistemi di diffusione del calore interni richiede spesso interventi invasivi.
Secondo lo studio, delle 16,6 milioni di abitazioni italiane in classe energetica F e G, solo 5,9 milioni potrebbero tecnicamente adottare una pompa di calore elettrica. Tuttavia, considerando anche i fattori legati al reddito, solo 1,76 milioni di abitazioni sarebbero effettivamente in grado di affrontare questa transizione.
Un approccio neutrale per raggiungere gli obiettivi europei
Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti dall’UE, è necessario adottare un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico, offrendo diverse soluzioni che siano adatte al contesto socio-economico e abitativo italiano. Le pompe di calore possono essere una soluzione valida in determinati casi, ma lo studio sottolinea che non possono rappresentare l’unica risposta.
Le alternative come le caldaie a condensazione, specialmente quando alimentate con gas rinnovabili, si dimostrano una soluzione altamente efficace. Lo studio mostra che queste caldaie non solo permettono di ridurre le emissioni, ma risultano anche più convenienti sia in termini di installazione che di gestione, rispetto alle pompe di calore. Inoltre, la transizione verso gas rinnovabili come il biometano e il GPL verde può contribuire ulteriormente alla riduzione delle emissioni, garantendo un futuro più sostenibile.
Prospettive future
Lo studio “Decarbonizzazione dei consumi termici residenziali” dimostra come l’Italia, con un patrimonio edilizio datato e una popolazione in buona parte anziana, necessiti di soluzioni flessibili e multiple per raggiungere i suoi obiettivi di efficienza energetica. La chiave del successo sarà la complementarità tra diverse tecnologie, tra cui le caldaie a condensazione, i sistemi ibridi e le pompe di calore, per garantire la transizione verso un sistema di riscaldamento domestico più rispettoso dell’ambiente.
È possibile consultare lo studio completo a questo link.
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