Il 12 marzo 2024, il Parlamento europeo ha approvato la direttiva Case green, Energy Performance of Building Directive, anche nota come Direttiva EPBD, inserita ufficialmente nel più ampio pacchetto di riforme “Fit for 55“. La direttiva mira ad una riduzione delle emissioni di gas serra all’interno dell’Unione, puntando a raggiungere la neutralità entro il 2050.

Il ruolo del settore edilizio e degli impianti

In particolare, questa nuova normativa riconosce al settore edilizio un ruolo fondamentale nell’ottica dell’efficienza energetica e della decarbonizzazione. Attualmente, infatti, gli edifici europei contribuiscono per il 40% ai consumi finali di energia e sono responsabili del 36% delle emissioni di gas serra, a causa di una gran parte di edifici ormai energeticamente obsoleti e inefficienti (circa il 75%).

Tuttavia, sebbene la Direttiva EPBD conferisca un ruolo chiave alle tecnologie di riscaldamento e di impianto nel raggiungimento degli obiettivi green, promuovendo l’utilizzo di energie rinnovabili, questo non sancisce la fine delle caldaie a gas. Non esiste infatti una richiesta di rimozione forzata delle caldaie esistenti, nemmeno nel 2040.

La Direttiva, infatti, distingue nettamente tra i cosiddetti vettori energetici e gli apparecchi.

È vero, a partire dal 2025, verranno eliminati i finanziamenti alle fonti fossili, con l’obiettivo di phase out dal 2040, ma viene anche riconosciuta la possibilità per apparecchi come le caldaie di essere alimentati anche con gas rinnovabile, come l’idrogeno.

Spetterà ai singoli Stati Membri favorire questa transizione e definire gli obiettivi di utilizzo di gas rinnovabile, mentre all’industria, che in Italia dispone di un polo produttivo di eccellenza, spetterà il ruolo di guidare questa transizione verso prodotti adatti a fonti sempre più sostenibili.

Tecnologie ibride per il riscaldamento

Un ruolo prioritario sarà svolto dalle tecnologie ibride, in grado di combinare un vettore elettrico a molecole gassose, esplicitamente citate come punto di riferimento nella Direttiva EPBD, e dalle pompe di calore a gas ad attivazione termica.

In ottica di edifici “a emissioni zero”, va considerato anche il ruolo dell’energia solare, inclusa quella termica, che a partire dal 2027 dovrà essere obbligatoriamente prevista nei nuovi edifici pubblici di grandi dimensioni e non residenziali, con previste semplificazioni amministrative.

La posizione di Assotermica sulla Direttiva EPBD

Assotermica, in un comunicato, ha accolto con favore questa direttiva e comprende le preoccupazioni espresse dal Governo italiano in fase di approvazione finale, “poiché un percorso così ambizioso richiede ingenti investimenti, sia pubblici che privati”. Secondo l’Associazione, sarà “prioritario che venga definito al più presto un piano d’incentivazione duraturo e sostenibile per tutti, che salvaguardi i conti pubblici e al contempo accompagni cittadini, imprese e gestori verso un percorso di efficientamento dei propri edifici” e continuerà a collaborare attivamente con le Istituzioni affinché questo avvenga.

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