Dopo il boom di Ecobonus e Superbonus, molti continuano a chiedersi come poter modificare il proprio impianto in fase di ristrutturazione. 

Come sempre, il primo consiglio che diamo è quello di rivolgervi a tecnici e professionisti qualificati, in quanto si tratta di impianti vitali per la sicurezza dell’abitazione e incentivi soggetti a norme molto restrittive. 

Innanzitutto, è bene precisare che difficilmente il solo intervento sulla centrale termica, e quindi sull’impianto di riscaldamento, consentirà il salto di classe energetica e spesso questo tipo di intervento dovrà essere accompagnato dalla coibentazione dell’involucro esterno (cappotto termico), serramenti e altri sistemi trainanti come pannelli per il solare termico o fotovoltaico, in base a quanto stabilirà l’indagine energetica preliminare, da affidare a un tecnico qualificato.

Inoltre, potete seguire questi consigli per migliorare un impianto già esistente.

Dopo queste doverose premesse, vediamo quali interventi alla centrale termica si possono considerare a partire dalla tipologia di terminale, ovvero termosifoni/radiatori, impianto radiante a pavimento, impianto a bassa temperatura.

Ristrutturare un impianto con termosifoni o radiatori

Se si vuole mantenere l’impianto così com’è (quindi, non passare ad altri sistemi come il riscaldamento a pavimento o altri), si può optare per una caldaia a condensazione, trainata da un sistema solare termico. 

La caldaia a condensazione consente il recupero del calore presente nei fumi di combustione attraverso uno scambiatore di calore: l’incontro tra l’aria calda prodotta dalla caldaia e l’acqua più fredda di ritorno dai caloriferi crea la condensa e parte del calore presente nell’aria va a pre-riscaldare l’acqua che passa nella serpentina, così che al bruciatore della caldaia arrivi acqua a una temperatura più alta. Questo processo consente un risparmio energetico tra il 7 ed il 30% rispetto alle caldaie tradizionali, senza dimenticare che potrebbero avere, nel giro di pochi anni, un risvolto molto più green del previsto (leggi qui!).

Inoltre, l’abbinamento ai pannelli solari termici permette di aumentare ulteriormente questo risparmio, sfruttando il calore del sole per riscaldare l’acqua di mandata dell’impianto. 

Ristrutturare un impianto con termosifoni o a pavimento

Sia se si ha un impianto classico con radiatori, sia con un impianto di riscaldamento a pavimento, la soluzione ottimale potrebbe essere un sistema ibrido, ovvero una caldaia a condensazione a supporto di una pompa di calore.

Nel sistema ibrido, i due generatori di calore dialogano tra loro: la pompa di calore funziona fino a quando il sistema lo ritiene conveniente ma, se è necessario un ulteriore apporto, entra in azione la caldaia.

Questo sistema è ancora più performante se si collega la pompa di calore a un solare fotovoltaico con accumulo (per ridurre ulteriormente il consumo di energia elettrica). 

Ricordiamo che l’utilizzo della sola pompa di calore è ideale per i terminali a bassa temperatura, con temperature di mandata di circa 40°C, tipiche dei sistemi radianti come quelli a pavimento. Se la pompa di calore dovesse alimentare dei vecchi termosifoni in ghisa, per esempio, il rapporto tra la potenza termica prodotta e la potenza elettrica assorbita renderebbe impossibile l’ammortamento dell’investimento iniziale.

Ristrutturare un impianto a bassa temperatura 

Come abbiamo appena detto, gli impianti a bassa temperatura includono gli impianti radianti a pavimento, ma anche i sistemi ad aria (split o fan-coil).

In questo caso, si può optare per una pompa di calore integrata con un solare fotovoltaico dotato di accumulo attraverso pacchi batterie, così che anche in assenza di sole, è possibile sfruttare l’energia immagazzinata per azionare la pompa di calore, risparmiando sulla bolletta. 

Con una soluzione di questo tipo, è possibile dimenticarsi della fornitura del gas, a patto che non lo usiate per cucinare.

Curiosità

Lo sapete che si potrebbe parlare di impianto a bassa temperatura anche in presenza di termosifoni?

Se si coibenta in maniera efficiente la casa, infatti, la richiesta di calore sarà inferiore, quindi i termosifoni potrebbero essere performanti anche con una temperatura di mandata più bassa, o comunque aumentandone il numero, con un conseguente aumento della superficie radiante.

Quale termostato scegliere per il nuovo impianto?

Una volta scelto l’impianto, grazie all’aiuto dei vostri professionisti di fiducia, vi rimandiamo ai nostri articoli dedicati a quale tipo di cronotermostato o termostato ambiente installare:

Verificate con il tecnico quali incentivi ci sono in base al tipo di termostato scelto. 

IMIT è impegnata a promuovere nuove tecnologie del comfort climatico, attraverso una serie di prodotti dedicati alle energie rinnovabili, a salvaguardia dell’ambiente e per un consumo delle risorse più responsabile.

Per saperne di più, navigate sul nostro sito, scaricate il nostro catalogo o consultate in anteprima i manuali istruzioni dei nostri prodotti per il comfort di casa e ufficio. Per ulteriori richieste, inviate una mail a info@imit.it. Il nostro staff risponderà il prima possibile.