All’inizio di maggio, si è dato il via alla cosiddetta Operazione Termostato, un emendamento contenuto nel Decreto Bollette o Decreto taglia prezzi.

L’Italia e molti Paesi Europei sono dipendenti dal gas russo, e la guerra in Ucraina ha messo i rifornimenti in crisi. Ad oggi, infatti, la Russia contribuisce al 38% del metano consumato in Italia, ma la minaccia di ulteriori tagli ha portato il Governo varare delle misure per ridurre questo rapporto di dipendenza.

I limiti dell’Operazione Termostato

In attesa che il nostro Paese firmi contratti con nuovi distributori, dunque, e per evitare un ulteriore rincaro dei prezzi, sia sulle bollette che nei costi della benzina, il Governo ha deciso di imporre dei limiti alla temperatura impostabile per condizionamento e riscaldamento, nei soli uffici pubblici, a eccezione di ospedali e case di cura.

  • I condizionatori non potranno stare sotto i 27°C, con una tolleranza massima di 25°C;
  • I riscaldamenti, invece, non potranno essere impostati a una temperatura superiore ai 19°C, con una tolleranza fino a 21°C.

Con questa accortezza, si stima di ridurre i consumi di metano di almeno 4 miliardi di metri cubi all’anno.

La misura rimarrà attiva fino al 31 marzo 2023 e le pene per i trasgressori saranno salatissime: dai 500 ai 3.000 euro di multa per chi non rispetterà i nuovi parametri.

Il commento di Assotermica

Il segretario generale di Assoclima e Assotermica, Federico Musazzi, ha dichiarato:

“Sicuramente è stata adottata una misura condivisibile nel grande piano in atto per smarcarsi dal metano russo e, tutto sommato, non dovrebbero esserci ripercussioni rilevanti. La riduzione di un grado alla temperatura massima dei condizionatori, se associata a una buona deumidificazione degli ambienti interni, può far mantenere un livello di comfort adeguato. Un’ulteriore revisione dei valori di riferimento comporterebbe più svantaggi che vantaggi. Bisogna considerare che una buona climatizzazione è fondamentale per la qualità della vita e che gli impianti di condizionamento, e più in generale quelli a pompa di calore, non sono il problema ma la soluzione perché consentono di centrare almeno tre obiettivi contemporaneamente: efficienza energetica, crescita delle rinnovabili e sviluppo di un settore produttivo nazionale di eccellenza. Dobbiamo pertanto agire con misure strutturali tese ad accelerare la riqualificazione dell’enorme parco impiantistico esistente, che è ancora molto datato”.

Come si può notare, infatti, sono esclusi dall’Operazione Termostato alberghi, negozi, case e altre strutture private, ma una riduzione dei consumi non può fare che bene all’economia, come alle bollette, e occorrerà mettere in atto altre misure, come sostituire gli apparecchi obsoleti, investire sulle energie rinnovabili e accelerare il processo di decarbonizzazione.

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